lunedì 23 aprile 2012

Amuleti o Talismani?


Spesso utilizziamo indistintamente le due parole non sapendo che non hanno lo stesso significato etimologico, anche se dal punto di vista ideologico i due concetti si racchiudono in un solo monile perchè entrambi collegati all'aspetto magico. L'amuleto è legato all'aspetto negativo quindi viene utilizzato per difendersi e proteggere chi lo indossa (con significato apotropaico). Il talismano, invece, propizia la buona sorte (fertilità, salute, ricchezza), quindi con valenza positiva e propiziatoria. Una cosa che li accomuna è il fatto che sono legati alla tipologia (spesso le forme sono riprese dal mondo animale e vegetale), al materiale e ai colori.
Tipi e forme erano, e sono, legati alla moda e alle credenze che si sviluppano in un determinato momento, quindi anche il gioielliere doveva e deve seguire i desideri del committente.
I poteri magici di questi oggetti, erano dovuti al fatto che indossandoli (o applicandoli ai vestiti) questi si "animavano", oppure santificavano l'oggetto, donandogli un potere mistico.
L'esempio tipico e anche occidentale è la croce, legata alla resurrezione, all'immortalità, emblema solare, usata contro il malocchio in quanto le quattro braccia lo allontanavano verso i quattro angoli della terra. Simbolo di centralità e unità, le braccia partono da un punto unico per non incontrarsi più. Ritroviamo le croci di islamiche (Agadèz, Timia, N'Gall sono i nomi delle zone da cui provengono), fu utilizzata in quanto non è possibile una rappresantazione degli dei (aniconismo); poi c'è la Swastika indiana, simbolo beneaugurante e protettivo.
Nei paesi islamici, dove non esistono icone, si usano molti amuleti\talismani, la mano di Fatima (il 5 numero sacro) "cacciare le dita nell'occhio del nemico", il crescente lunare, i simboli geometrici (la cui punta allontanava il maligno). Molto utilizzata era anche l'arte grafica, la calligrafia, monete e pietre incise col nome o altro così che prendessero valore di talismano. In Iran molto famoso è il pavone, simbolo di potenza e saggezza (vedi il Trono del Pavone). Il pesce, uno dei pochi animali ammessi dal culto islamico, amore e fecondità.
In oriente si usano anche qui simboli presi dalla natura o dal mondo animale, leoni, simbolo solare, dell'intelligenza, del fuoco; capre o montoni per i popoli delle steppe (legate al sole e all'ospitalità); i volatili (legati al culto della dea madre e alla cosmogonia acquatica), come le Apsaras in India; serpenti (i naga) per la difesa contro gli spiriti o l'occhio del diavolo; gli elefanti e tutti i veicoli degli innumerevoli dei indiani sono considerati portafortuna. 
In Cina e paesi limitrofi il dragone (forza, ricchezza) rappresentava l'imperatore.
Molto importanti anche le combinazioni di animali, i Makara (a testa di leone e corpo di pesce), legati al mondo acquatico quindi a fecondità e buon auspicio. Le fenici (grande aquila dai colori sgargianti) in Cina rappresentava l'imperatrice e l'elemento femminile simbolo di rinascita; presente in molte culture in India con Garuda e con i Grifoni per il popolo romano e greco, la si può ritrovare anche nella forma della Sfinge egizia.
Spesso si potevano utilizzare solamente parti dell'animale, come le zampe nei paesi musulmani oppure gli artigli o denti di tigre in oriente, questo perché trasmettevano l'energia e le qualità dell'animale.
Dalla natura si riprendono molte cose, fiorialberi, fogliesemi (specialmente nei paesi con fede animista-sciamanica come l'estremo oriente). Il loto (padma) sopra tutti (l'ho scelto per questo) racchiude il potere creativo, femminile e di rigenerazione, la ricerca spirituale, la purezza, l'incorruttibilità, salute e vitalità.
Molto importanti poi sono i colori ed i numeri legati al portar fortuna....... ma ve ne parlerò in seguito.

Namastè 
Padma

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